Venerdì, 13 Dicembre 2013 17:48

La Toscana ha un cuore mistico. Rendiconto di un seminario di studio

Scritto da  Gerardo

In seguito al seminario di studi Nel cuore mistico della Toscana. Viaggio fra gli eremi e i “custodi del silenzio” in terra toscana, che si è tenuto il 6 dicembre 2013 a San Gimignano, con il contributo del Consiglio regionale della Toscana e la partecipazione della sezione Sociologia della religione dell’AIS, presentiamo il comunicato a cura di Giuseppe Picone, corredano di alcune foto dell'evento.
La galleria completa è nella pagina Facebook del CISRECO



La Toscana ha un cuore mistico. Rendiconto di un seminario di studio

Ma è proprio vero che la Toscana ha un cuore mistico? Se lo sono chiesto con voce sommessa ma con vigorosa forza indagatrice più di un dozzina di intervenuti nel seminario di studio promosso sul tema dal Centro Internazionale di Studi sul religioso Contemporaneo/CISRECO di San Gimignano, e dal suo direttor5e scientifico, Arnaldo Nesti, il 6 dicembre scorso, nell’ambito della Festa della Toscana 2013.

Il CISRECO infatti ha voluto aggiungere alle mille e mille voci che si sono fatte sentire in tale ambito in tutto il territorio regionale anche quella appartata, nascosta, apparentemente flebile di alcune fra le tante comunità religiose (fraternità, eremi, monasteri, cenobi, normali appartamenti inglobati in un tranquillo centro storico o in una caotica periferia suburbana, etc) che sono fiorite in Toscana negli ultimi decenni.

Ha risposto all’invito fra Lorenzo Bonomi della fraternità dell’Eremo delle Stinche per parlare della vita della sua comunità ma soprattutto per portare ancora una volta il profondo e perenne respiro spirituale di Padre Giovanni Vannucci, dal quale tutto è nato. Un gigante dello spirito. Un fratello maggiore di chiunque abbia voluto e voglia scandagliare nell’abisso del proprio essere. Un sicuro compagno di viaggio per chi, mendicante dello spirito, vada alla ricerca di un Dio o di una Divinità.

Gli ha fatto seguito Marco Vannini, massimo studioso in campo internazionale di Meister Echart. Ma studioso e editore anche di Taulero, l’Anonimo Francofortese, Margherita Porete, Silesio, Fenelon, Sebastian Frank, Jean Gerson, etc etc etc. Una vera e propria enciclopedia vivente della mistica occidentale. Anche Marco Vannini si è imbattuto in Padre Giovanni Vannucci e ha contribuito a divulgarne il pensiero. Nel seminario sangimignanese si è soffermato in particolare su altri frutti della “religiosa terra toscana”: Padre Ciolini e Ferdinando Tartaglia (1916-1988). Figura quest’ultima di poeta, visionario, riformatore religioso. Strenuo combattente contro le menzogne e vacuità della teologia ufficiale cattolica in gioventù e sostanzialmente eremita per il resto della vita.
Hanno portato la loro voce don Carmelo Mezzasalma e don Alessandro Andreini, raccontando di come un gruppo di studenti, trenta anni fa, raccoltisi intorno al loro professore di liceo, sia giunto a fondare la Comunità di San Leolino, non lontana dall’Eremo delle Stinche, che si occupa di educazione e cultura nel solco innovatore del Concilio Vaticano Secondo.
Antonella Lumini, fiorentina, originale e inconsueta figura di monaca urbana, ha portato la sua personale testimonianza su come una vita divina, una realtà innocente abiti tutti noi e su come la vita del monaco non sia altro che la vita del cristiano semplice.

Frate Roberto Lanzi della Comunità Monastica di Siloe, ubicata in un monastero costruito ex-novo nel territorio grossetano, del monastico “ora et labora” ha cercato di approfondire l’aspetto del “labora”. Ed ecco perché la Comunità ha scelto di costruire con le proprie mani un nuovo monastero e non servirsi di uno dei tanti monasteri in disuso. Ed ecco perché il monastero è circondato da 50 ettari di terra che i monaci coltivano sistematicamente. Ed ecco spiegati gli accorati toni di difesa della terra contro le aggressioni della agricoltura industriale.

Fratel Emiliano del Monastero di Bose/Pieve di Cellole, ha spiegato i motivi che hanno spinto Enzo Bianchi, Priore di Bose a dare vita ad un cenobio in terra sangimignanese, in un luogo dominato da una delle più belle chiese romaniche toscane, e dove la natura primigenia maestosamente rappresentata dal bosco del Poggio del Comune si confonde con i vigneti e i campi amorevolmente curati dai moderni contadini del ventunesimo secolo. Fratel Emiliano ha compendiato tali motivi. La necessità di creare comunità oranti. Fraternità di vita di lavoro e di comunione. Luogo di incontro al servizio dell’uomo. Uomini e donne (la fraternità è una comunità mista) dediti all’ascolto dell’altro, all’accoglienza. Insomma ricerca di cieli nuovi e terre nuove, come i cristiani delle prime comunità.

Altre testimonianze sono state portate da esperienze personali di vita, di studio, di lavoro rispettivamente da Liliana Cajelli, da Cristina Saviozzi e Paolo Trianni, da Antonio Gregolin.

Dal canto suo Gerardo Fallani ha offerto una proposta circostanziata per un inventario telematico delle comunità monastiche e religiose toscane. Solo per ribadire che le esperienze monastiche di cui si è discusso non vivono in un indefinito empireo, ma si nutrono e si immergono nella pratica quotidiana di tutti.

Insomma il senso profondo della giornata del 6 dicembre si può ritrovare ancora una volta in queste essenziali ma al tempo stesso sconvolgenti parole di Meister Eckhart: “Molta gente semplice immagina Dio lassù e noi quaggiù. Ma non è così: Dio e io siamo una cosa sola”.


Giuseppe Picone
San Gimignano, 13 dicembre 2013





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